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venerdì 12 agosto 2011

Patrimoniale? No grazie, siamo liberali.

Leggo su LetteraViola che il senatore Paolo Guzzanti, in un editoriale su IlGiornale, ci spiega gustosamente che le strombazzate richieste, da parte dell'opposizione e della CGIL, di patrimoniali sono figlie della logica capovolta del calvinismo. Il Guzzanti-pensiero ci dice che in Italia il saper fare soldi non è una virtù morale ma bensì una colpa perchè il denaro viene visto come "sporco".

Il senatore Guzzanti, tanto per intenderci, è anche l'autore del Blog Rivoluzione Italiana, chiamato così perché, ci spiega, "l’Italia non ha mai avuto la sua rivoluzione democratica e borghese " e che dopo il fascismo "è... ...caduta sotto la cappa di piombo di un dominio culturale comunista con la gestione politica degli eroici ma insufficienti partiti democratici che hanno fatto la Repubblica e l’hanno mantenuta in piedi" (sorvolo i seguenti ed involontariamente comici commenti su SB).

Insomma, sembra che IlGiornale abbia scelto un campione liberale per spiegarci perché bisogna avversare questo "scempio" di patrimoniale.

Sarà un caso, ma mi viene in mente un commento di qualche tempo fa dell'economista Boldrin apparso su noiSeFromameriKa, in cui Boldrin faceva il pelo ai sedicenti liberali italiani, individuando il tratto distintivo nella "
paura storica della borghesia italiana per la redistribuzione di ricchezza e potere".

Il commento di Boldrin è del 26 maggio, l'articolo di Guzzanti è di oggi. Eppure il secondo sembra essere la logica risposta al primo. Insomma niente di nuovo sul fronte occidentale.

P.S: ma Guzzanti ha fatto il classico?

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