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mercoledì 27 luglio 2011

Risposta sbagliata

All'indomani dei casi Tedesco e Penati (che si sta allargando a macchia d'olio) si aspettava il parere del segretario del PD Bersani, fino ad ora chiuso in un silenzio assordante rotto da qualche considerazione di prammatica.

Oggi, Bersani passa al contrattacco e parla di "macchina del fango", visto che nel PD hanno "ben capito" quello che sta succedendo. Non me ne voglia Bersani ma questa è dietrologia, lo sport nazionale italiano, ovvero indicare il "dietro le quinte" per spiegare e razionalizzare gli epifenomeni che avvengono sul palco principale. Va da se che come tutte le affermazioni dietrologiche è elusiva. Può forse il cittadino qualunque, l'elettore medio o il militante della base del PD riuscire a capire quello che sta realmente succedendo, ascoltando Bersani? Semplicemente, no. O si crede ai giornali che attaccano a testa bassa la notizia parlando di "sistema" di tangenti rosse o ci si affida alle insinuazioni di Bersani di "macchina del fango" prendendole per verosimili. Siamo al solito "la mia parola contro la tua". E al cittadino la scelta "o con noi o contro di noi". Ovviamente gli esiti di un'eventuale querela saranno noti a babbo morto.

Basterebbe già questa motivazione per vedere un autogoal nelle dichiarazioni di Bersani. Ma c'è anche un altro motivo, semplicissimo. Il modus operandi adottato da Bersani è molto simile a quello di Berlusconi tempo fa con Repubblica ed altri giornali. Espressioni come "macchina del fango", "accettiamo le critiche ma non le calunnie" e via dicendo potevano benissimo essere apostrofate da uno del partito degli onesti per intenderci. Quindi Bersani rimarca la non-differenza, in situazioni analoghe, rispetto al suo opponent principale. Grasso che cola sia per  la maggioranza che per Grillo & co.

Infine, arriva alle orecchie degli italiani un messaggio sbagliato. Quale? Che la questione morale, tanto dibattuta, è in verità secondaria come tema all'interno del Partito Democratico. Prima c'è da difendere l'onore del partito tentando la via delle querele ai giornali. Finanche quella della class action, in quanto Bersani dice che il partito "è una proprietà indivisa, se viene paragonato alla 'ndrangheta, ebbene in questo c'è un insulto a ciascuno dei suoi componenti". Certo, verrebbe da obbiettare che forse quella messa sotto accusa non è certo la base del partito ma alcuni suoi esponenti. Per contrastare l'idea di "sistema" bisognerebbe battere il chiodo sul fatto che siano casi isolati (un lieve ossimoro, mi si permetta, col rischio di assonanza con B. quando parla di "quattro sfigati" riferendosi alla P3). Invece, si usa la base alla bisogna di difendere l'onore dei vertici. E quindi ci si chiede se il Partito Democratico sia più una corporation che una utility.  Altro grasso che cola per Grillo & co.

Avrebbe avuto più senso affidarsi alle vie legali senza strombazzarlo tanto in giro in primo luogo. Ed in secondo spendere, forse, qualche parola in più su come non rimanere invischiati in cricche locali, come revisionare il processo di scelta della classe dirigente e dei candidati visto che, ammesso e non concesso che Tedesco e Penati siano delle pecore nere all'interno del PD, qualcuno avrà anche la responsabilità politica di averli scelti.

martedì 26 luglio 2011

Pregiudiziale o pregiudizio?

La Camera ha accettato le pregiudiziali di costituzionalità sul ddl sull'omofobia (mozione UDC, PdL e Lega). Scusate, non sono un esperto di diritto, ma c'è qualcosa che non mi torna. Il parlamento italiano ha funzione legislativa, di controllo sull'operato del Governo, di inchiesta e di revisione costituzionale. Ma non è la Corte Costituzionale che si esprime sulla legittimità costituzionale delle leggi emesse dal Parlamento? Se il Parlamento può stoppare una legge, ancora prima che essa venga resa effettiva, in merito alla sua costituzionalità come farà poi la Corte ad esprimersi sulla sua effettiva costituzionalità? Dopodiché non si espropria la Corte del suo ruolo?

Sicuramente, non sapendo né leggere né scrivere di diritto, mi sbaglio e il parlamento avrà anche, tra le sue funzioni, quella di sollevare "pregiudiziali" di costituzionalità. Mi chiedo anche quali siano queste "pregiudiziali"... che un ddl contro l'omofobia sia discriminante nei confronti degli omofobi? Sarebbe un ossimoro. Nella speranza di trovare un'epifania che mi illumini, in questo caso, la "pregiudiziale" mi suona molto come un "pregiudizio".

Lezioni di civiltà

Il processo a Breivik sarà a porte chiuse e senza riprese televisive. A Breivik sarà negato indossare l'uniforme, come da lui richiesto. Le autorità norvegesi, dopo le splendidi parole dei suoi leaders "Risponderemo con più democrazia e più umanità", dimostrano ancora una volta di essere "avanti", evitando la spettacolarizzazione di un processo che fungerebbe principalmente da cassa di risonanza alle idee ed al narcisismo di Breivik, un pò quello che è successo nel caso del memoriale messo online.

Noi invece ci dobbiamo sorbire i deliri dell'europarlamentare Borghezio ed il silenzio assordante dei nostri politici (conservatori e non).

lunedì 25 luglio 2011

Uno scherzo

Borghezio su Breivik: "Un individuo lasciato agire impunemente da solo, noto su internet per le sue elucubrazioni ultraestremiste”. L'europarlamentare sospetta che ci siano “finalità oscure di quelle forze mondialiste a cui interessa criminalizzare certe idee che in Europa stanno riconquistando i cuori dei veri patrioti”. Conclusione del leghista: “a chi giova la ‘mattanza’ di Oslo?”.

Ditemi che è uno scherzo.

Giornalisti frustrati?

Ho buttato un occhio sul documento di Andrea Breivik e su alcune sue dichiarazioni. Ad esempio quando dice che ha fatto la cosa giusta perchè bisogna fermare l'avanzata dell'alleanza marxista-islamica. E posso non notare le similitudini con la campagna elettorale per l'elezioni del sindaco di Milano, dove il candidato del centrosinistra, il "comunistissimo", ex -terrorista Pisapia era accusato di essere, senza soluzione di continuità, in combutta con rom e islamici ed al tanto questionato discorso di Vendola sugli stessi rom in piazza Duomo. Direi che in entrambi i casi se Il Giornale o Libero non abbiano usato le parole "alleanza marxista-islamica" poco ci è mancato.

Mi chiedo allora se ci può essere un filo rosso che conduce da un certo tipo di stampa, strillona e prevenuta, a le azioni di Breivik. In fondo, anche a livello locale, un Libero, un IlFoglio od un IlGiornale norvegesi (o qualcosa di simile) possibile che esista.

Da questo punto di vista mi viene in soccorso l'editoriale sul primo giornale di destra dello UK, il Daily Telegraph, che porta la firma di Boris Johnson, sindaco conservatore di Londra. Johnson enuncia in maniera abbastanza semplice e diretta un pensiero essenziale: è inutile perdersi nella ricerca di una motivazione ideologica nella testa di Andreas Breivik.  E sottolinea come, anche se certi argomenti siano stati trattati con una certa similarità dai mass media di stampo conservatore in UK, ben poco servono a spiegare le mosse dell'attentatore. Quello che l'attentore mostra di sé, nelle 1500 pagine di editoriale, è un disturbo della personalità narcisistico che lo porta a trovare nell'estremismo cristiano-ariano il suo motivo di affermazione. Non è un caso che il suo modus operandi assomigli, ci ricorda Johnson, più a Micheal Ryan o Thomas Hamilton che a un attentatore islamico suicida od una cellula terroristica.

Il punto di vista di Johnson, opinabile ma condivisibile è comunque, da un certo punto di vista, un'ottima risposta a chi, dall'altra parte cercava di far passare l'idea di un'"immagine speculare di un terrorista islamico, un uomo spinto da un'ossessione ideologica, identica ma capovolta". L'ideologia, qua, è subordinata alla psicopatologia dell'individuo (non diceva qualcosa del genere Chomsky?). Interrogarsi sulla prima non svelerà il paradigma della seconda. Al massimo bisognerebbe fare il processo inverso, aggiungo io.

E in Italia, invece, i giornali di stampo conservatore come hanno affrontato la cosa? Tra le figure barbine riguardo l'attribuzione dell'attentato ad Al Qaeda, ci propinano editoriali disgustosi (scusate l'eufemismo). Sorvolando su Feltri ed il suo scritto infantile, praticamente incommentabile (a quando un TSO?), soffermiamoci un attimo su questo editoriale per IlGiornale di Magdi Allam. Praticamente Allam dà ragione alle manie narcisistiche di Breivik e dice che per "fermare l'odio l'Europa deve mettere fine alla politica delle porte aperte". Ergo per non avere altri Breivik dobbiamo dare ragione a Breivik. Se mi passate la similitudine è come dire che per contrastare una malattia non bisogna trovare la cura e fare prevenzione ma toglierci i malati dai piedi. Vogliamo dirlo? Prese di posizione ideologiche.

A questo punto però, tenendo in mente l'editoriale di Johnson faccio il percorso inverso: se l'ideologia è il paravento della psicopatologia forse la strage in Norvegia e le reazioni di parte della stampa italiana, ci dicono qualcosa più che sullo stesso Breivik su alcuni giornalisti nostrani: che siano anche loro, non dei killers certo, ma delle penne frustrate?


Senza parole

Dopo i tragici fatti avvenuti ad Oslo, parte della stampa italiana ha dato esempio di quale livello di comicità involontaria siamo riusciti a raggiungere.

Ha iniziato prima Il Giornale, modificando al volo, la sua copertina ed il suo editoriale, in quanto guarda caso se l'era subito presa con Al Qaeda. Stessa cosa che aveva fatto Il Foglio. A parte tutto il coacervo di riflessioni che si possono fare sulla mancanza di professionalità di questi "giornalisti" nel lanciare notizie che non hanno nessun fondamento o riempire le stesse di speculazioni che appaiano come verità, ci dice soprattutto che questa gente è fondamentalmente una cosa: prevenuta. E quindi poco credibile.

Il capolavoro però lo ha fatto Vittorio Feltri su Il Giornale con il suo editoriale di stamane, nel quale spiega come le vittime della strage siano da biasimare in quanto non abbiano aggredito in gruppo, a mani nude, l'attentatore mostrando una mancanza di spirito di gruppo nelle difficoltà. Insomma, un manipolo di egoisti.

Su Twitter è già partita una campagna virale con l'hashtag #Rambofeltri, che ironizza sulle corbellerie scritte in quell'editoriale.

Personalmente, nonostante trovi Twitter utile e divertente nel suo modo virale e fantasioso di "contagiare" opinione tramite le sue "campagne", penso che, questa volta, la stupidità dell'uomo Feltri non debba essere ricompensata da una campagna a tema ma bensì da un silenzio tombale, quel silenzio che normalmente accompagna una battuta imbarazzante e fuori luogo. Preferisco restare senza parole.

venerdì 22 luglio 2011

In vacanza con Silvio

Ryan ci ha preso gusto e ci ripropone il caro Silvio come testimonial delle sue campagne di voli low-cost. Mi chiedo, causa sfruttamento d'immagine, se Silvio percepisce qualcosa per questa involontaria (?) sponsorizzazione.

Legge sul libro, contenti tutti?

C'è la crisi? La manovra vi ha tolto 1000 euro l'anno? Non sapete più come arrivare a fine mese?


Bene. Perchè se non ce la fate a comprare il cibo figuratevi cosa ve ne deve importare se i libri costeranno di più. 

Da settembre, grazie alla legge approvata avantieri al Senato, vi sarà un tetto agli sconti sui libri. Una serie di paletti nella vendita al dettaglio dei libri di cui sentivamo veramente la mancanza: sconto in libreria al massimo del 15% su iniziativa del libraio e del 20% massimo su richiesta dell'editore una volta l'anno e non nel periodo natalizio (quindi niente libri-regalo a Natale, solo profumi quelli li scontano quanto volete).

Questa legge, nata dalla pressioni di editori e di librai indipendenti contro la concentrazioni di ruoli (editore, distributore, franchising), de facto è volta a colpire la grossa distribuzione online (Amazon e Ibs principalmente) , la quale assicura al momento forti sconti e un servizio grosso modo impeccabile.


Certo, come fa notare il blog 40° 49 60N, questo non basterà a fermare Amazon e compagnia, che utilizzeranno forme di fidelizzazione per abbassare i prezzi. Mezzi però che difficilmente saranno efficaci come uno sconto del 30-35% del prezzo di copertina può essere.


La legge, con relatore Riccardo Levi (PD), ha messo d'accordo maggioranza ed opposizione (tranne i Radicali). Insomma i piccoli e medi editori sono più tutelati rispetto ai grandi, così come ne dovrebbero trarre vantaggio le librerie indipendenti rispetto alle grosse catene e queste ultime rispetto alle catene online (ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensano le associazioni dei consumatori).

In effetti, le grosse catene, laddove non vi è stata una regolamentazione come in Francia, dove il tetto dello sconto è fissato al 5%, hanno chiuso. Vedi Borders in UK che è stata divorata da Amazon.

Personalmente, una legge del genere potrebbe avere un senso se all'aumento dei prezzi (o alla diminuzione degli sconti, vedetela come volete) si associasse una maggiore offerta di servizio pubblico. Leggi: più biblioteche pubbliche dove si possa leggere o prendere in prestito i libri a prezzi irrisori. In maniera tale che le fasce meno abbienti abbiano comunque la possibilità di accesso alla lettura. Ed in questo senso vanno le parole di Giuseppe Laterza che auspica, tramite una legge di iniziativa popolare, un "rafforzamento delle biblioteche, che sono centri di aggregazione sociale e culturale, non solo commerciale".

Intanto però, la legge sugli sconti è realtà, la seconda no. Insomma per ora tutti contenti, tranne i lettori.






giovedì 21 luglio 2011

Un brivido lungo la schiena

Ieri vi è stata la votazione alla Camera per l'arresto del On. Papa conclusasi con esito favorevole. Nel dibattimento precedente la votazione, mi ha particolarmente colpito l'affermazione dell'On. Francesco Paolo Sisto "I magistrati sono sottoposti alla legge. E chi la fa la legge? Noi! Dunque i magistrati sono sottoposti a noi", seguita poco dopo dall'affermazione "C'è un clima di paura qua dentro. E noi dobbiamo avere il coraggio di non avere paura!".

Alessandro Gilioli ironizza dal suo blog sul sillogismo di Sisto, che rivisita l'idea di divisione dei poteri. A me invece sembra che la divisione dei poteri sia un elemento marginale nel discorso di Sisto. Più che altro, Sisto ha ricordato ai suoi colleghi una verità fondamentale: i magistrati applicano la legge e soprattutto sono soggetti ai mutamenti della stessa. E chi è artefice di questi cambiamenti? Il Parlamento.

Il discorso di Sisto non dovrebbe sorprendere più di tanto. Il ragionamento da lui esposto ha riscontri fattuali numerosi negli ultimi anni. Quante volte abbiamo visto utilizzare il Parlamento da parte di Berlusconi come piede di porco per ottenere un salvacondotto in uno dei suoi processi? Le occasioni sono numerose sia in questa legislatura, sia due legislature fa. Certo la velocità del Parlamento nel legiferare è minore di quella di un Tribunale nel giudicare ed eventualmente condannare, ed è per questo che molte delle "leggi vergogna" sono state fatte per aumentare i tempi processuali e diminuire quelli di prescrizione. In più, molte volte ci si è messa la Corte Costituzionale di mezzo, quando le porcate scritte erano in palese contrasto con la Costituzione, ciò non toglie che molte volte però i cambiamenti di legge in corso di processi siano stati fondamentali per salvarsi le chiappe. E facendo due conti in tasca, è il motivo per cui chi è rinviato a giudizio in Parlamento non ci dovrebbe stare, altro che immunità.
Allora, personalmente, leggo in maniera piuttosto chiara il discorso di Sisto. Prima egli rammenta ai suoi colleghi che finché risiedono in Parlamento hanno al possibilità di condizionare l'azione della magistratura. In secondo luogo li esorta a non avere paura. Paura di cosa? Molto probabilmente di essere impopolari (vedi Lega) e di giocarsi la poltrona alle prossime elezioni. Ma visto che ormai le prossime elezioni sembrano, comunque vada, perse, è meglio salvarsi le chiappe e fare quello che bisogna fare. Non so voi ma ora mi aspetto un ritorno a bomba sulla riforma della giustizia. E detto tra noi, il discorso di Sisto più che un sorriso ironico mi fa venire un brivido lungo la schiena
.

0.79 €, il costo dell'indignazione

Dopo la comparsa di Spidertruman, il precario V de noartri, e di Asperamundi, il portaborse quello vero, mica tarocco e truffaldino come il primo visto che lui gli adsense per farci due soldi non li usa, ecco a voi la nuova applicazione per iPhone Cameraleaks, l'applicazione che assicura "100% indignazione garantita"!

A quando le magliette, le matite colorate e gli adesivi?

mercoledì 20 luglio 2011

Murdoch è peggio di Berlusconi e lo UK peggio dell'Italia? Manco per idea!

Continuo a non capire la maniera di "leggere" tutta questa storia in Italia. Ad esempio questo editoriale di Guido Moltedo, su Europa, in cui si parla di "catarsi" dopo l'intossicazione mediatica da parte dell'impero mediatico di Murdoch nella politica inglese (ed americana). Una frammistione di livelli che vediamo solo noi, abituati ad altri frame comunicativi. In Inghilterra non c'è nessuna "catarsi" ma solo l'attuazione di meccanismi consolidati. Nessuno ha mai messo in discussione la possibilità e la capacità di Murdoch come editore di influenzare la scena politica, per l'una o per l'altra parte. Ciò che ha destato scalpore e che ha incrinato il rapporto di fiducia nei confronti delle testate di Murdoch e, di converso, di Cameron è l'inaccettabilità dei mezzi utilizzati. E' un problema di metodo (come raccolgo le notizie e come influenzo la scena politica) non certo di finalità (quanto posso influenzare la scena politica?). Non è un caso che forse, l'unico parallelo possibile, tra quelli proposti, non è certo quello con Repubblica, avanzato da qualche giornale di destra, ma bensì quello con Il Giornale e nel caso specifico, non nel famoso metodo Boffo (una nota inventata di sana pianta) ma nell'affaire Marcegaglia, dove si è cercato di fare pressione in qualche maniera su una persona od un gruppo di potere. Ma è un'analogia molto sfumata, tenendo conto la mancanza di soluzione di continuità tra il mondo della stampa e quello della politica in Italia. Soluzioni di continuità che in UK esistono e che laddove manchino danno grossi grattacapi. Basti pensare che Cameron, al momento, è in grossa difficoltà solo per l'aver assunto in passato Andy Coulson, ex direttore del News of the World, come Director of communications prima e dopo la campagna elettorale nel 2010.

Detto questo, il paragone fatto da Moltedo con la realtà britannica, descritta come peggiore perfino di quella italiana, non sta né in cielo né in terra. In Italia la situazione è ben peggiore e soprattutto non vi sono stati finora anticorpi che si sono attivati al momento opportuno, proprio per quella mancanza di soluzione di continuità tra mondo della stampa e mondo della politica. Quindi, poche ciance, stiamo messi peggio e molto.

Intanto in UK, se Murdoch morirà editorialmente, se ne farà un altro, o altri cento, che saranno nuovamente buttati a mare quando e se non rispetteranno le "regole" del gioco.

Insomma quando compaiono "zone d'ombra" (e non solo dal punto di vista meramente giudiziario) bisogna farsi da parte ed ammettere pubblicamente i propri errori, in caso contrario si è spacciati pubblicamente. Da qui il profluvio di scuse da parte di Murdoch & co. (il famoso "We're sorry" su tutti i quotidiani inglesi) e l'affanno di Cameron a dimostrare la sua estraneità sottolineando come l'assunzione di Coulson sia stata, comunque vada, una cantonata pazzesca.

Che sia questa la lezione che dovremmo trarre da tutta questa storia?

Uno, nessuno, centomila Spidertruman.

Spidercoso alla fine deve esserci arrivato. Nascondersi nell'anonimato fa sì che chiunque possa spacciarsi per lui. Ed infatti, dopo la comparsa del collega-rivale Asperamundi, su è un fiorire di Spidertrulli. A parte il video al Corsera, solo su Facebook ci sono ben 7 pagine rispondenti a Spidertruman.

Il risultato a medio termine di tutta questa operazione? Semplice, chi non ha una grossa dimestichezza con internet ed il mondo dei social networks e dei blogs incomincerà a nutrire una certa diffidenza per tutto quello che proviene da là.

martedì 19 luglio 2011

Pacco, doppio pacco e contropaccotto.

Dopo il tanto scalpore destato dal fantomatico (?) Spidertruman, sedicente precario della Camera, licenziato dopo 14 anni ed il relativo blog, ne spunta uno nuovo di un certo Aspera Mundi, che si dichiara "un impiegato, con incarico di segreteria per un onorevole della Camera dei Deputati". E dopo averci rivelato due o tre cosette sulla Camera, accusa Spidertruman di essere un bidone, con tanto di riposta dell'altro che dice che non deve nessuna spiegazione. Sicuri che non siano Bersani e Di Pietro? Da come litigano... Comunque dopo il primo ed il secondo colpo di scena, nelle migliori sceneggiature c'è sempre il terzo.

La perdita di credibilità di Spidertruman porterà solo disillusione alle persone che lo hanno eletto a V de noartri, come potete già leggere da alcuni commenti. Io vi rimando alla conclusione del mio precedente post.



Intanto che loro giocano a "chi ce l'ha più lungo" gli spread salgono. Ma chi se ne frega in fondo, per gli internauti il divertimento è assicurato.

Nuove tecnologie, vecchie pubblicità

Certe volte ho l'impressione che tutto cambi perché nulla cambi. Negli '70 e '80 si trovavano sui giornaletti le pubblicità degli occhiali a raggi x, feticcio di tutti adolescenti smanettoni (e non intendo al computer). Oggi invece si trovano pubblicità di questo tipo. Non più gli occhiali ma l'onnipresente cellulare, non più sui giornaletti ma sulle pagine web.

I mezzi di comunicazione cambiano, ma i gonzi restano. Ci trovo qualcosa di incredibilmente confortante in questo.

Si scrive Renzi si legge Brunetta 3a puntata (C.V.D.)

Non pago, vi riporto la pagina del Ministro Brunetta che ha elogiato il sindaco Renzi per la sua sferzata contro i "fannulloni" dipendenti pubblici del Comune di Firenze.

Sto cominciando a pensare di essere il nuovo mago di Segrate :D

Si scrive Renzi si legge Brunetta 2a puntata (C.V.D.)

Puntualissima, dopo le cialtronerie dette nell'intervista a Sport Week, arriva la precisazione di Renzi. I dipendenti comunali di Firenze sono tutti bravissimi, a parte, ovviamente qualche eccezione. Cosa alquanto prevedibile.

Ovvio, dopo che da molti era stato paragonato da Brunetta. Ed allora visto che "Brunetta fa solo slogan ma i problemi non li risolve" ecco il deus ex machina fiorentino: invita i colleghi "buoni" ad isolare i colleghi "cattivi".

Forse però, prima, dovrebbe telefonare a Larry Page e Sergey Brin, i capi di Google, l'azienda da lui presa a modello per le condizioni dei dipendenti, per sapere cosa ne pensano di questa geniale idea.

Si scrive Renzi si legge Brunetta

Oggi Renzi, su Repubblica, se la prende con i suoi dipendenti comunali dicendo che sono "peggio di Fantozzi", rei di mettersi il cappotto un quarto d'ora prima dell'orario di uscita. Annesso querimonia sulla mancanza di modernità dei sindacati, causa mancato potere di licenziare.


Quando leggo questo tipo di notizie mi chiedo perché si debba insultare un'intera categoria. Possibile che tutti i dipendenti comunali fiorentini siano così? E chi non lo fosse, non potrebbe sentirsi offeso dalle parole del Sindaco?

Intanto Renzi invidia Mountain View dove vige "niente badge, campi da ping pong, la parete per l'arrampicata". Che abbia in mente questo il sindaco fiorentino per aumentare la produttività dei suoi dipendenti?

Troppo impegnativo mi sa.

Quindi la cosa che rimane da fare è quella più semplice: buttare merda su una categoria. Dipendente comunale = cattivo. Assessore della giunta fiorentina = buono (
" Lavorano sodo", afferma Renzi).



Insomma siamo alle solite: dopo i "fannulloni", i "bamboccioni", i "poliziotti panzoni", l'"Italia peggiore" (Brunetta fa la parte del leone) e chi più ne ha più ne metta, arrivano i "peggio di Fantozzi".

Si aspetta risposta dai diretti interessati e precisazione renziana che non di generalizzazione trattavasi ma bensì di "alcuni" soggetti.

lunedì 18 luglio 2011

Spidertruman. I miei sensi di ragno prudono.

Tanto si è detto e si è scritto sulla figura di Spidertruman, il V de noartri.

A me, come ad altri, sembra che la pagina faccia acqua da molte parti.

Molti internauti non si sono posti il problema dell'identità, della originalità e della autenticità delle notizie postate. Perchè in fondo sta "facendo qualcosa di giusto", sensibilizzare verso le ruberie della "casta".

Allora io, per non sapere né leggere né scrivere, mi chiedo: ma se si dovesse rivelare un hoax, come lo chiamano gli inglesi, non sarebbe più deleterio che altro?

O' sole mio

Molti mi dicono "Ma sei pazzo? Perchè vuoi tornare in Italia? Ma rimane dove sei!". Forse un motivo ci sarà. Foto scattata dove lavoro alle 12:35 di sabato 16 luglio, 11° C giusto per gradire.

venerdì 15 luglio 2011

La prossima festa del PD

Dopo le polemiche sul manifesto per l'ultima festa democratica, ho una proposta. Facessero la prossima a Chicago.

Metti un manichino a cena

La CGIL protesta contro l'uso, da parte della COIN, di persone vere al posto dei classici manichini. A parte l'oziosa protesta, mi chiedo, visto i tempi di saldi, cosa succede quando quello in vetrina rimane l'ultimo modello?