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martedì 29 novembre 2011

Borgheivik

La perizia psichiatrica ha stabilito che Breivik è pazzo e sará rinchiuso in un ospedale psichiatrico. La domanda è: visto che ci siamo, possiamo applicare tale diagnosi e relativa cura anche a Borghezio che aveva detto "Le idee di Breivik sono condivisibili"?

giovedì 24 novembre 2011

La Padania esiste. L'Italia anche. L'Europa forse no.

Dichiarazione di Alexander Dobrindt, ideologo della CSU, riguardo l'istituzione degli Eurobonds:

"Barroso è il mercenario degli Stati della dolce vita, che vogliono solo mettere le mani al più presto sui soldi dei nostri contribuenti, la sua proposta di messa in comune dei debiti è un affronto ai tedeschi".

Facciamo un piccolo gioco, sostituiamo qualche parola:

"Roma ladrona è la mercenaria delle regioni del Mezzogiorno, che vogliono solo mettere le mani al più presto sui soldi dei nostri contribuenti, la sua proposta di messa in comune dei debiti è un affronto al popolo padano".

Vabbè, in Italia i debiti sono già in comune da 150 anni, per cui la frase perde un pò la sua valenza però il risultato non è male, potrebbe star bene in bocca a qualsivoglia leghista. Possiamo usare questa dichiarazione di Borghezio del 2000 come termine di paragone:

"La Padania è una realtà politica, culturale ed economica ben nota in tutto il mondo, anche se la classe politica stracciona del Mezzogiorno finge di non saperlo, mentre per noi il Meridione esiste solo come palla al piede, che ci portiamo dolorosamente appresso da 150 anni".

Intanto gli Eurobonds non si fanno perché la Merkel ha delle resistenze interne formate da persone come Dobrindt. Ed in Italia, Lega ed ali più estremiste della politica, avversano l'UE dei tecno-banchieri.

A me sembra un quadro abbastanza chiaro, ma sarà che io, provenendo dal sud d'Italia che è il sud dell'Europa, sia un meridionale al quadrato.

lunedì 21 novembre 2011

Una storiella paradossale.

Ehi ma ve lo immaginate in Italia un comico che per farsi eleggere ti dice "Vi prometto un milione di posti lavoro!", oppure firma in TV un contratto fasullo "con gli italiani"? Capace che una serie di analfabeti, ci crede e lo vota. Poi che ne so, se ne esce con battute sui magistrati rossi e complotti plutocratici comunisti e gli analfabeti divertiti, lo rivotano di nuovo. Allora ne spara di ancora più grosse, che toglierà l'ICI e ci sarà più pelo per tutti e gli analfabeti lo votano per l'ennesima volta. Ma nessuno apre gli occhi agli analfabeti, un po' perché in fondo il comico gli fa comodo, un po' perché li snobba (colpa loro se son analfabeti). Ed il nostro passa una decina d'anni a Palazzo Chigi.

Poi, che ne so, capace che a furia di tutte questa battute e scherzi, qualcuno si incazza davvero e viene a chiedere il conto di tutte le cose dette ed il nostro che non sa che rispondere (lui scherzava in fondo) si dimette alla chetichella. Allora viene nominato un governo tecnico, il nuovo Presidente del Consiglio diviene oggetto di satira da parte un account su Twitter che si spaccia per lui. Di nuovo, molti analfabeti non capiscano che si tratti di uno scherzo e credono che sia il vero Presidente del Consiglio. C'è chi si fa garante delle regole e ne chiede la rimozione, chi se la prende con gli analfabeti digitali, perchè non hanno capito lo scherzo e rovinano il divertimento di Twitter.

Sarebbe un po' paradossale non dite?

Meno male che è tutto solo un flash che mi son fatto in testa io.






Lo so, sono troppo ottimista :P

Rajoy vince in Spagna senza dire cosa ha intenzione di fare. La situazione economica è disastrosa. Da un popolare mi aspetto dei tagli pesantissimi allo stato sociale che, per mantenere il livello di consenso popolare alto, metterà sul piatto le istanze civili conquistate dalla Spagna in questi anni di governo socialista.

Quello che avverrà suona un po' come una "restaurazione".

Certo è che se al posto dei socialisti ci fossero stati i popolari, ora la situazione sarebbe stata esattamente l'opposto.

Come sono sicuro che, se in Italia fossimo andati al voto, avrebbe vinto il centrosinistra. Senza avere uno straccio di programma, senza avere una coalizione chiara, senza aver fatto cadere il governo precedente. Senza nessun merito insomma.

E' il limite dei sistemi bipolari, non nascondiamocelo.

Perché quando si dice che un Governo tecnico è la "morte della democrazia", non si tiene conto che esistono diverse forme tramite le quali la democrazia si può esprimere e che queste possono esaltare o inficiare, in base alla realtà storica cogente, la natura stessa della democrazia.

In parole più povere: siamo proprio sicuri che la scelta di un Governo tecnico vada così a detrimento di noi cittadini? Non è che in realtà è la garanzia di poter esprimere la nostra opinione in maniera più tranquilla e critica?

Detto ancora più in soldoni: se il Governo Monti riuscirà a portare a termine la "messa in sicurezza" dei conti dello Stato, noi potremo ritrovarci nel 2013 alla tornata elettorale con due nuovi schieramenti che avranno il tempo di riorganizzarsi e di poter stendere dei programmi credibili (e diversi) sulla base di una coalizione chiara. Senza lettere della BCE come spade di Damocle sulla loro testa. Certo, perché questo accada molte premesse dovrebbero essere attese (senso di responsabilità dei nostri politici) e molte storture rimosse (concentrazioni di potere pubblico-privato), così come la nostra memoria dovrebbe rimanere granitica nell'anno e mezzo a venire (perchè siamo finiti in questa situazione? Chi ci ha condotto qua?).

Ma avremmo, effettivamente, una vera scelta da compiere. E non come è successo in Spagna, un ovvio risultato.

P.S: Lo so, sono troppo ottimista :P

sabato 19 novembre 2011

Per chi non l'avesse capito... Pensieri di sabato mattina.

Monti si sta preparando a metter mano all'infinita lista dei problemi italiani. Vedremo come andrá, speriamo per tutti bene.

Anche se preferisco guardare sempre in avanti, é sempre bene tenere a mente il passato remoto e prossimo. Ed il passato prossimo ci dice una cosa semplice: il Governo precedente é stato un totale fallimento. E sia chiaro che non lo é stato per trasformismi e "malpancisti". E' stato un fallimento politico, i quattro referendum che hanno abrogato leggi varate da questo Governo (e dal precedente Governo Berlusconi) sono lá a ricordarcelo. E' stato un fallimento tecnico, la probabile reintroduzione dell'ICI, l'aver riabbassato a livelli 2008, causa direttive europee,  la tracciabilitá dei pagamenti (ma sono solo due esempi) stanno lá a testimoniarlo.

Ricordiamocelo bene quando il Governo Monti avrá esaurito il suo mandato, che sia a fine legislatura (come spero) o prima, e bisognerá ritornare alle urne dove qualcuno si ripresenterá col trucco rifatto ed una nuova verginitá.

giovedì 17 novembre 2011

Perchè il primo provvedimento deve essere contro la Casta

Da ieri si è insediato il Governo Monti. Tutti già pronti a suggerire e/o invocare di fare questo o quello. La Camusso invoca la patrimoniale, Lupi invoca la lotta all'evasione fiscale, Bersani la riforma della legge elettorale. E così via in una lunga lista che comprende parti sociali, enti, associazioni e singoli cittadini. E si. Perché come siamo un popolo di cittì, siamo anche un popolo di Presidenti del Consiglio pronti con la loro ricetta, di chi la sa lunga, quando si è contorniati da un gruppo di fessacchiotti.

Visto che non è mia intenzione elevarmi a mosca bianca della situazione, mi permetto di dire la mia. Il primo provvedimento che Monti dovrebbe attuare sono le misure anti-casta. Beh facile direte voi: deve dare un segnale forte, di discontinuità con il passato. Vero, verissimo. Ma c'è anche un secondo valido motivo. Berlusconi, facendo un passo indietro e rassegnando le dimissioni, ma avendo ancora un peso specifico molto alto in Parlamento si trova ora nella posizione di stare alla finestra. A prescindere dall'appoggio dato al Governo Monti, si potrà permettere di dire no ai vari provvedimenti che vadano nel senso della ridistribuzione della ricchezza (leggi patrimoniale), lasciando uno spiraglio di manovra per Monti in un'unica direzione (tagli alla spesa sociale). Provvedimenti che il PD (ed aggiungo io "responsabilmente") probabilmente approverà, essendo disposto a votare anche quelle norme in cui non crede al 100%, ma al 50-60% (Bersani dixit).

A mio avviso l'unica via da percorrere rimane nel presentarsi il prima possibile le già citata a iosa misure anti-casta e riforme di riduzione nei costi della politica (ovviamente quelle non ad iter costituzionale che sennò buonanotte). In primis perché, per quanto ci sia un fondo di demagogia in ciò (si sa che non sono la priorità in quanto il flusso di denaro che muoverebbero non sarebbe così ingente rispetto ad altre misure), accrescerebbe di gran lunga la popolarità di questo Governo tra la gente e permetterebbe di avere un vero elemento di discontinuità con il passato recente. E la popolarità non è un aspetto di secondo piano. Infatti, chi ora si è collocato all'opposizione sia veramente (Lega) che fintamente (PdL), rischia di vedere accrescere la propria popolarità andando a tutelare gli interessi che cercheranno di essere cancellati. In più sarebbe la maniera di mettere i partiti alle spalle contro il muro. Essendo comunque loro a votare le leggi in Parlamento, si troverebbero subito davanti al dilemma di doversi auto-punire. In caso qualcuno non lo faccia, apparirà come chi ha intenzione di sparigliare le carte della tanto invocata "equità sociale".

Quello che possiamo fare noi, comuni mortali ed elettori, è aprire gli occhi a chi ci sta accanto, aiutando  a rendersi conto che se non andiamo tutti nella stessa direzione ci aspetta una gran brutta fine.

martedì 15 novembre 2011

I clamori prima della sconfitta?

Lo spread in questo momento è arrivato a 531. Il Prof. Monti sta cercando di trovare la quadra per metter su un nuovo Governo che avrà il compito di affrontare il difficilissimo momento che l'Italia (e non solo) sta attraversando. Per farlo deve mettere d'accordo una selva di partiti e partitini (alla faccia del bipolarismo) che affollano le Camere. Esponenti di tali partiti si sbrodolano in varie dichiarazioni. Di Pietro prima dice no, poi dice si ma a tempo. Il PdL dice si ma senza politici nel Governo, poi non si sa se ci ripensa. Bocchino (Terzo Polo) dichiara di voler candidare Monti alla testa di una coalizione e Capezzone (PdL) gli risponde che, se così, questo Governo non nascerà neanche. Bersani invoca la legge elettorale mentre il PdL non vuole che sia toccata. Insomma, attestazioni su posizioni e giravolte sulle stesse in vista del prossimo obiettivo: le elezioni, il prossimo anno o nel 2013 che siano.

In tutto ciò si perde la visione d'insieme, l'obiettivo semplice eppure dimenticato della politica: il bene comune. Il saper ragionare ad ampio respiro e vedere le cose in un'ottica di lungo corso, c'è da attuare la modernizzazione di un paese.

Ed a me torna in mente una frase di Sun Tzu, generale e filosofo cinese del V secolo a.C.

Una strategia senza tattiche è il cammino più lento verso la vittoria. Le tattiche senza una strategia sono il clamore prima della sconfitta.

Se chi sta cercando di mettere in piedi questo Governo (leggi il Presidente della Repubblica Napolitano e l'incaricato Presidente del Consiglio Monti) ha una chiara strategia, per lenta e dolorosa che sia la via per attuarla, dall'altra parte i parlamentari, ed i partiti a cui appartengono, sembrano una masnada di soldati e caporali che si perdono in tattiche per la prossima battaglia senza sapere quale sia il piano da mettere in atto. Speriamo che le dichiarazioni mutevoli e contraddittorie che si leggono sui giornali in questi giorni (ma anche da diversi anni si potrebbe dire) non siano i clamori prima della sconfitta.

lunedì 7 novembre 2011

Ossessioni

Stamane Giuliano Ferrara ha fatto capire che Berlusconi si stava per dimettere ("questioni di ore, forse minuti"). Dopodiché la notizia è stata ripresa da varie testate nazionali e non. Poi, è arrivato il Nostro che ha smentito il tutto, dicendo che metterà la fiducia alla prossima votazione per "vedere in faccia i traditori". Tutto questo bailamme è stato riflesso dalle borse. Prima euforia, poi no.

Ricapitolando, un giornalista abbastanza accreditato, molto vicino al primo ministro (e suo ex ministro), direttore di un giornale edito dal fratello del primo ministro, lancia la notizia che questi sta per dimettersi. All'euforia dei mercati, risponde il primo ministro stesso smentendo la notizia.

Sinceramente, capisco la costernazione di tanti che speravano si fosse arrivati alla fine del Governo più tribolato della Seconda Repubblica e si concentrano sul dato politico della cosa, ma solo io ci vedo (come in quasi tutte le cose che riguardano quest'uomo) un enorme conflitto d'interessi?