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domenica 7 agosto 2011

Il downgrade degli USA. Di chi è la colpa?

L'America ha subito un downgrade dei propri titoli di Stato. La notizia ha fatto il giro del mondo causando, giustamente, allarmismo e aprendo scenari fino a poco tempo fa impensabili quali la Cina a chiedere a gran voce garanzie sul debito di cui è, in parte, creditrice.

Ovviamente la stampa, specializzata e non, si è scatenata nell'analisi della situazione cercando ovviamente il "colpevole" (che è poi quello che maggiormente interessa al lettore). E così, prendo ad esempio i giornali italiani, c'è chi individua il colpevole nell'attuale presidente degli USA, Obama, oppure chi addossa le principali colpe alla precedente amministrazioni, leggi Bush, ricordando come il debito americano sia schizzato alle stelle grazie a spese folli per le guerre intraprese e i tagli fiscali selvaggi.

Qual'è la verità? Difficile da dirsi per l'uomo medio che di economia e politica estera ne capisce fino ad un certo punto. Probabilmente entrambe le cose sono vere o forse l'una è più dell'altra. Difficile da stabilire. La causa di tante opinioni, in fondo, è il report di S&P che declassa gli USA da una tripla A ad un AA+. Ed andandosi a leggere il report ci si rende conto semplicemente di due cose. La prima è che S&P è un'agenzia di rating e quindi fa il suo lavoro, che è quello di fare una "previsione" di quanto gli USA riusciranno a ripagare il loro debito e quindi dell'affidabilità dei suoi titoli. Vi è quindi un'analisi della situazione americana, un quadro per lo più oggettivo, basato su parametri stabiliti a priori. La seconda, conseguente alla prima, è che, più che focalizzarsi sulle cause (chi ha speso di più? chi ha tagliato di più?) della situazione terribile (?) in cui si trovano gli USA, si tenta di prevedere quello che succederà nel breve periodo. E qui il report è chiaro, basta leggere l'overview del documento diffuso da S&P: "The downgrade reflects our opinion that the fiscal consolidation plan that Congress and the Administration recently agreed to falls short of what, in our view, would be necessary to stabilize the government's medium-term debt dynamics". Quindi il rating è negativo perchè il Congresso, ad ora, ha attuato politiche insufficienti (a detta di S&P) come contromisure per la situazione in cui versano gli US. Più chiaramente ancora è ripetuto poche righe sotto: "The downgrade reflects our view that the effectiveness, stability, and predictability of American policymaking and political institutions have weakened at a time of ongoing fiscal and economic challenges to a degree more than we envisioned when we assigned a negative outlook to the rating on April 18, 2011". Quindi, in conclusione, il giudizio di S&P ci dice una cosa molto semplice: che repubblicani e democratici non riescono a mettersi d'accordo in un momento delicato e che questo grava sulla situazione dell'america. Chissà perchè si preferisce scrivere fiumi di inchiostri nel gioco dei "buoni" e dei "cattivi". Ed a me resta che molti il report non l'abbiano neanche letto.

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