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giovedì 21 luglio 2011

Un brivido lungo la schiena

Ieri vi è stata la votazione alla Camera per l'arresto del On. Papa conclusasi con esito favorevole. Nel dibattimento precedente la votazione, mi ha particolarmente colpito l'affermazione dell'On. Francesco Paolo Sisto "I magistrati sono sottoposti alla legge. E chi la fa la legge? Noi! Dunque i magistrati sono sottoposti a noi", seguita poco dopo dall'affermazione "C'è un clima di paura qua dentro. E noi dobbiamo avere il coraggio di non avere paura!".

Alessandro Gilioli ironizza dal suo blog sul sillogismo di Sisto, che rivisita l'idea di divisione dei poteri. A me invece sembra che la divisione dei poteri sia un elemento marginale nel discorso di Sisto. Più che altro, Sisto ha ricordato ai suoi colleghi una verità fondamentale: i magistrati applicano la legge e soprattutto sono soggetti ai mutamenti della stessa. E chi è artefice di questi cambiamenti? Il Parlamento.

Il discorso di Sisto non dovrebbe sorprendere più di tanto. Il ragionamento da lui esposto ha riscontri fattuali numerosi negli ultimi anni. Quante volte abbiamo visto utilizzare il Parlamento da parte di Berlusconi come piede di porco per ottenere un salvacondotto in uno dei suoi processi? Le occasioni sono numerose sia in questa legislatura, sia due legislature fa. Certo la velocità del Parlamento nel legiferare è minore di quella di un Tribunale nel giudicare ed eventualmente condannare, ed è per questo che molte delle "leggi vergogna" sono state fatte per aumentare i tempi processuali e diminuire quelli di prescrizione. In più, molte volte ci si è messa la Corte Costituzionale di mezzo, quando le porcate scritte erano in palese contrasto con la Costituzione, ciò non toglie che molte volte però i cambiamenti di legge in corso di processi siano stati fondamentali per salvarsi le chiappe. E facendo due conti in tasca, è il motivo per cui chi è rinviato a giudizio in Parlamento non ci dovrebbe stare, altro che immunità.
Allora, personalmente, leggo in maniera piuttosto chiara il discorso di Sisto. Prima egli rammenta ai suoi colleghi che finché risiedono in Parlamento hanno al possibilità di condizionare l'azione della magistratura. In secondo luogo li esorta a non avere paura. Paura di cosa? Molto probabilmente di essere impopolari (vedi Lega) e di giocarsi la poltrona alle prossime elezioni. Ma visto che ormai le prossime elezioni sembrano, comunque vada, perse, è meglio salvarsi le chiappe e fare quello che bisogna fare. Non so voi ma ora mi aspetto un ritorno a bomba sulla riforma della giustizia. E detto tra noi, il discorso di Sisto più che un sorriso ironico mi fa venire un brivido lungo la schiena
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