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venerdì 22 luglio 2011

Legge sul libro, contenti tutti?

C'è la crisi? La manovra vi ha tolto 1000 euro l'anno? Non sapete più come arrivare a fine mese?


Bene. Perchè se non ce la fate a comprare il cibo figuratevi cosa ve ne deve importare se i libri costeranno di più. 

Da settembre, grazie alla legge approvata avantieri al Senato, vi sarà un tetto agli sconti sui libri. Una serie di paletti nella vendita al dettaglio dei libri di cui sentivamo veramente la mancanza: sconto in libreria al massimo del 15% su iniziativa del libraio e del 20% massimo su richiesta dell'editore una volta l'anno e non nel periodo natalizio (quindi niente libri-regalo a Natale, solo profumi quelli li scontano quanto volete).

Questa legge, nata dalla pressioni di editori e di librai indipendenti contro la concentrazioni di ruoli (editore, distributore, franchising), de facto è volta a colpire la grossa distribuzione online (Amazon e Ibs principalmente) , la quale assicura al momento forti sconti e un servizio grosso modo impeccabile.


Certo, come fa notare il blog 40° 49 60N, questo non basterà a fermare Amazon e compagnia, che utilizzeranno forme di fidelizzazione per abbassare i prezzi. Mezzi però che difficilmente saranno efficaci come uno sconto del 30-35% del prezzo di copertina può essere.


La legge, con relatore Riccardo Levi (PD), ha messo d'accordo maggioranza ed opposizione (tranne i Radicali). Insomma i piccoli e medi editori sono più tutelati rispetto ai grandi, così come ne dovrebbero trarre vantaggio le librerie indipendenti rispetto alle grosse catene e queste ultime rispetto alle catene online (ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensano le associazioni dei consumatori).

In effetti, le grosse catene, laddove non vi è stata una regolamentazione come in Francia, dove il tetto dello sconto è fissato al 5%, hanno chiuso. Vedi Borders in UK che è stata divorata da Amazon.

Personalmente, una legge del genere potrebbe avere un senso se all'aumento dei prezzi (o alla diminuzione degli sconti, vedetela come volete) si associasse una maggiore offerta di servizio pubblico. Leggi: più biblioteche pubbliche dove si possa leggere o prendere in prestito i libri a prezzi irrisori. In maniera tale che le fasce meno abbienti abbiano comunque la possibilità di accesso alla lettura. Ed in questo senso vanno le parole di Giuseppe Laterza che auspica, tramite una legge di iniziativa popolare, un "rafforzamento delle biblioteche, che sono centri di aggregazione sociale e culturale, non solo commerciale".

Intanto però, la legge sugli sconti è realtà, la seconda no. Insomma per ora tutti contenti, tranne i lettori.






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